Il Rapporto sanità OCSE 2017 pubblicato nel mese di novembre, evidenzia luci e ombre per la salute degli italiani. Italia tra i primi per aspettativa di vita, accesso alle cure e stili di vita. Il dato negativo è invece l’aumento dell’obesità infantile e la crescita dei decessi per demenza senile (Alzheimer).
L’obesità infantile è un problema di notevole rilevanza sociale che, in Italia, colpisce più di un bambino su quattro ed è il risultato di un bilancio energetico positivo protratto nel tempo; in pratica si introducono più calorie di quante se ne consumano.
Il Ministero della Sanità Italiano definisce obeso un bambino il cui peso supera del 20% quello ideale, e in sovrappeso se lo supera del 10-20%.
L'obesità infantile può essere dovuta a diverse cause, più o meno evidenti, che interagiscono tra di loro. In primo luogo, è dovuta ad un'eccessiva e cattiva alimentazione, legata o meno ad una ridotta attività fisica ed a fattori di tipo genetico - familiare. Rari sono i casi di obesità legati ad alterazioni ormonali o disfunzioni surrenali.
Alimentazione
In età scolare è fondamentale impostare le abitudini alimentari del bambino, ed è in questa fase della vita che la famiglia e la scuola devono contribuire allo sviluppo di uno stile alimentare salutare e genuino. Il progressivo cambiamento dello stile della vita e dei ritmi lavorativi (dei genitori) hanno portato a profonde modificazioni delle abitudini alimentari familiari, con la diffusione nella popolazione infantile di una alimentazione scorretta, con introito eccessivo di calorie, proteine di origine animale, grassi saturi, sodio e carenza di glucidi complessi, fibra, vitamine e sali minerali.
Nei bambini e ragazzi in età scolare abitudini alimentari scorrette hanno portato ad un aumento della frequenza di sovrappeso e obesità, derivante oltre che da scelte alimentari sbagliate da eccessiva sedentarietà. Per promuovere una crescita armonica e uno sviluppo corretto è importante educare i bambini a consumare un’ampia varietà di alimenti. In questo modo si evita la monotonia alimentare e si prevengono rischi di eccessi o carenze nutrizionali. Attraverso una corretta alimentazione associata ad un’attività fisica regolare si può prevenire il sovrappeso e ridurre il rischio di sviluppare in età adulta malattie cronico-degenerative (malattie cardiovascolari, diabete, ipertensione etc).
Come deve essere ripartito il fabbisogno energetico in età scolare?
La giornata alimentare del bambino deve essere distribuita in modo razionale: una buona prima colazione (15% delle calorie totali), uno spuntino leggero (5% delle calorie totali), un pranzo equilibrato (40% delle calorie totali), una merenda nutriente (10% delle calorie totali) e una cena variata (30% delle calorie totali).
Sedentarietà
Oltre all'alimentazione scorretta e squilibrata, non è da sottovalutare, come fattore di rischio, la ridotta attività fisica o la sedentarietà, frutto di uno stile di vita sbagliato e sempre più in aumento.
I piccoli, infatti, sono spesso accompagnati in macchina dai genitori (anche se la scuola dista pochi metri da casa), prendono l'ascensore anche per un solo piano, passano ore e ore davanti al computer e alla televisione (con gli esempi negativi che accentuano le cattive abitudini alimentari), escono sempre meno e così via.
Nel rapporto “Obesità in bambini e giovani: Una crisi nella sanità pubblica” sono state identificate le principali tendenze sociali che contribuiscono all'aumento dell'obesità infantile:
L'esercizio fisico è di fondamentale importanza per il bambino che cresce, in quanto, oltre a farlo dimagrire, lo rende più attivo, contribuendo a ridistribuire le proporzioni tra massa magra (tessuto muscolare) e massa grassa (tessuto adiposo).
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Approfondimento
La speranza di vita degli italiani è tra le più alte d’Europa ed ha raggiunto 82,7 anni nel 2015, contro i 79,9 anni del 2000, ponendo il nostro paese al secondo posto nell’Unione europea dopo la Spagna. L’allungamento della speranza di vita si deve soprattutto alla riduzione della mortalità per malattie cardiovascolari. Permangono tuttavia notevoli disparità legate al sesso e alle condizioni socioeconomiche.
Come in altri paesi europei, si riscontra ancora un marcato divario di genere, per cui le donne hanno una speranza di vita di circa cinque anni in più rispetto agli uomini. Rimangono inoltre le disparità legate alle condizioni socioeconomiche. In Italia, chi possiede un livello di istruzione elevato ha una speranza di vita alla nascita di quattro anni superiore rispetto a chi non ha completato l’istruzione secondaria.
Dalle stime dell’Istituto per la misurazione e la valutazione della salute (IHME) risulta che in Italia, nel 2015, l’impatto delle malattie (misurato in DALYs) era dovuto in buona misura a fattori di rischio comportamentali, primi fra tutti i rischi connessi alla dieta (11,2 %), il tabagismo (9,5 %), un elevato indice di massa corporea (6,1 %), il consumo di alcolici (4,2 %) e una scarsa attività fisica (2,5 %) (IHME, 2016).
Nel 2014 in Italia la percentuale degli adulti che fumavano tabacco quotidianamente era del 20 %, appena al di sotto della media UE e in calo rispetto al 25 % del 2000. Anche il consumo di alcol per adulto è sceso e si colloca ampiamente al di sotto della media UE; la percentuale di adulti che dichiara un consumo di alcolici elevato e regolare è molto più bassa che nella maggior parte degli Stati membri. Per contro, si è riscontrato un aumento dei problemi di sovrappeso e obesità infantile, con una diffusione ormai superiore alla media UE.
L'obesità presenta tassi relativamente bassi tra gli adulti, elevati e in aumento tra gli adolescenti
In Italia gli adulti obesi sono poco più del 10 %, la seconda percentuale più bassa nell’Unione europea. Nonostante l’obesità sia aumentata, il tasso è salito più lentamente rispetto ad altri paesi UE. Preoccupa invece che la percentuale di adolescenti in condizioni di sovrappeso od obesità sia aumentata piuttosto rapidamente e abbia ormai raggiunto la media europea del 18%. In Italia la percentuale di quindicenni maschi in sovrappeso od obesi è particolarmente elevata (26%) e si attesta al quarto posto in Europa. Il tasso degli adolescenti in sovrappeso e obesi in Italia, elevato e in costante aumento, è legato almeno in parte agli scarsi livelli di attività fisica. Tale dato è particolarmente allarmante se si considera che il sovrappeso e l’obesità nell’infanzia e nell’adolescenza rappresentano un forte indicatore delle condizioni di sovrappeso e obesità in età adulta.
Il governo italiano ha preso provvedimenti per controllare e ridurre i tassi di sovrappeso e obesità infantili. Dal 2008, il sistema di vigilanza “Okkio alla salute” monitora i bambini della scuola primaria in tutto il paese. L’ultima relazione indica che a livello nazionale, tra i bambini di 8-9 anni, i tassi sono scesi dal 23 % del 2008 al 21,3 % per il sovrappeso e dal 12 % al 9,3 % per l’obesità. La tendenza alla diffusione del sovrappeso è pressoché stabile, con una lieve diminuzione nel 2014 e nel 2016 rispetto ai periodi precedenti; per l’obesità si osserva invece una costante tendenza al ribasso. Persistono tuttavia marcate differenze regionali, con tassi di sovrappeso e obesità superiori al 40 % in regioni meridionali quali la Calabria, la Campania e il Molise, mentre al nord le percentuali rimangono al di sotto del 25 %. La relazione “OKkio alla salute” individua ampie disparità regionali nella disponibilità di palestre nelle scuole, nelle iniziative per la promozione di abitudini alimentari più salutari e nella percentuale delle scuole con il servizio mensa, i cui pasti sono generalmente ritenuti più sani (meno del 50 % al sud contro il 90 % al nord).
Fonte: www.oecd.org