Sempre più giovani sotto i trent’anni si ritrovano con il collo deformato perché passano ore con la testa piegata sul telefonino o sul tablet, oppure seduti davanti al computer con posture scorrette.
Invece di stare sempre a scrivere e inviare messaggi vocali, per grassi e magri la vera medicina è: muoversi!
Due ore e mezzo alla settimana sarebbe il minimo sindacale per evitare di ricadere nella sedentarietà, considerata la quarta causa di morte, ma di movimento più se ne fa, meglio è. È ormai dimostrato che i benefici aumentano all'aumentare della "dose". Non è necessario perdere un'ora per andare e tornare dalla palestra, vale anche portare il cane a spasso, fare le pulizie energicamente, salire le scale, parcheggiare lontano e poi camminare veloci... I 150 minuti settimanali si possono addirittura spezzare in sessioni da dieci minuti, basta che sia attività fisica almeno "moderata", cioè quella che ti lascia accaldato e con il fiato appena un po' corto. E poi il segreto per non invecchiare in fretta è l'elasticità.
Putroppo smartphone e tablet fanno parte della nostra vita e l'uso costante di questi strumenti ha portato a nuove patologie che si ripercuotono sulla postura assunta, palesemente errata.
Il collo ed il mento sono le prime zone del corpo a subire i danni da una consultazione compulsiva del proprio telefono che si stima ammonti a 150 volte al giorno.
Molti studi mettono in guardia dall'utilizzo compulsivo degli smartphone che può modificare la morfologia umana facendo comparire quella che è stata definita "gobba da sms". Infatti uno studio condotto dal dott. Kenneth Hansraj, primario di chirurgia spinale presso il New York Spine Surgery ha stabilito che consultare spesso il cellulare può imprimere al tratto cervicale della colonna vertebrale un carico di 27 chili di pressione, il peso di un bambino di 7-8 anni. In media trascorriamo con la testa chinata su smartphone dalle 2 alle 4 ore al giorno che in un anno diventano da 700 a 1400 fino a 5 mila nel caso degli adolescenti. Uno stress cervicale che, obbligando a una posizione curva in avanti, può finire per lesionare la colonna vertebrale.
Il "collo da sms" è stato così definito per primo dal dott. James Carter che, nella sua esperienza, ha notato una curvatura innaturale e anomala del collo in almeno metà dei suoi pazienti. Una sindrome riscontrata soprattutto nei giovanissimi, che probabilmente sono quelli che usano con più assiduità smartphone e derivati. C'è l'abitudine ormai consolidata di rimanere per lungo tempo con il collo piegato verso lo schermo dei dispositivi e questo provoca delle modifiche alla zona cervicale. Il piegamento innaturale del capo potrebbe essere evitato soltanto tenendo lo schermo all'altezza degli occhi, ma questo però non lo fa nessuno.
Il cranio pesa in media 5 kg ma il suo spostamento in avanti di pochi gradi fa aumentare questo peso del 100%. Questo significa che il collo deve sostenere per molte ore un peso che va dai 10 ai 15 kg. Questa pressione sulla colonna vertebrale potrebbe portare ad un vero e proprio disallineamento, provocando seri problemi di postura, mal di schiena, lordosi, fino al mal di denti e a problemi di equilibrio.
A questo problema si aggiunge il cosiddetto "tech neck", ossia la comparsa di rughe sul collo anche in età sempre più giovane e a causa dei moderni device. Una ricerca condotta dalla The London Clinic ha stabilito che una donna tende, in media, a consultare il proprio smartphone fino a 150 volte in una giornata. Quando si oltrepassa questa soglia, si diventa "tecno-dipendenti" e quindi vittime di "tech neck" che comporta la comparsa delle rughe sul collo e il mento si rilassa. La postura "high tech" porta ad inclinare in avanti la testa e a fissare la vista più in basso rispetto alla linea dello sguardo sullo schermo di un device e, a lungo andare, tende a segnare la pelle del collo e a produrre un rilassamento della zona compresa tra la parte bassa del viso e la linea delle clavicole.